11 settembre: è ufficiale, la tenuta di Suvignano non sarà messa all'asta! Ce l'abbiamo fatta, tutti insieme, dal primo all'ultimo, dal presidente della regione Rossi al nostro piccolo gruppo del presidio di Libera Pisa, complimenti a tutti, è una grande vittoria!
Ma ripercorriamo un po' le tappe principali che hanno portato a questo risultato: intanto, per chi non ne sa niente, la tenuta di Suvignano è il più grosso bene confiscato alla mafia di tutto il Centro-Nord italiano. Situato nel comune di Monteroni d’Arbia, nel cuore delle colline toscane, a circa 13 km da Siena, si tratta di 730 ettari dalle enormi potenzialità economiche e sociali, sequestrato alla mafia definitivamente nel 2007, ma è bello ricordare che il primo sequestro avvenne nel lontano 1983 grazie a Giovanni Falcone. In questi anni è stato elaborato un piano di valorizzazione, che è stato proposto lo scorso gennaio dalla regione Toscana al Ministero degli Interni. Ma il 25 luglio di quest'anno, con una delibera tanto improvvisa quanto silenziosa e nascosta, era stata proposta la messa in vendita di questa tenuta.
Si può capire, sarebbe da stupidi non farlo, il momento di fragilità economica del Paese e il fatto che l'apporto di denaro liquido (si parla di 22 milioni di euro) possa costituire una priorità. Ma insomma, è chiaro a tutti che non è su queste cose, che magari sembrano più vulnerabili e più in qualche modo attaccabili agli occhi di chi ci governa, che deve passare una qualsiasi manovra per racimolare denaro. E infatti, per fortuna, c'è stata una sorta di mobilitazione nazionale, che ha visto partecipi in primis la regione Toscana, col suo presidente Enrico Rossi, tutti i sindaci delle zone limitrofe a Suvignano, varie associazioni, qualche parlamentare e qualche personalità di spicco nella lotta alla mafia. Tutti ad organizzare una degna risposta, o un degno sdegno di fronte a tale ingiustizia. Tutto ciò si è concretamente materializzato in una grossa manifestazione che si è tenuta domenica 8 settembre proprio nel cuore della tenuta di Suvignano. Manifestazione alla quale ha partecipato in maniera qualitativamente e quantitativamente rilevante anche il presidio di Libera Pisa “G. Siani”. Eravamo là, con altre mille persone, partecipi e parte di quel clima che era allo stesso tempo sereno e fortemente determinato. Abbiamo ascoltato le parole del sindaco di Monteroni d'Arbia, comune a cui appartiene la tenuta, quelle di Franco La Torre, figlio di Pio al quale dobbiamo la legge sui beni confiscati, quelle dell'assessore alla presidenza della Toscana, quelle contenute nella lettera appassionata e forte di Don Luigi Ciotti scritta per l'occasione. Tutte parole che racchiudevano il desiderio di tenersi stretto quel grande bene confiscato alla mafia, non perché si deve, ma perché si vuole; perché ci sono le opportunità di sfruttarlo in maniera adeguata, affinché sia fonte di lavoro per i giovani, sia centro sociale, sia un centro di diffusionedi cultura e legalità.
Le motivazione erano indubbiamente forti, e l'adeguata mobilitazione ha costretto il governo a ritirare le decisioni intraprese, rendendo entusiasti i tantissimi che si erano dati da fare per raggiungere tale obiettivo.
Con la più viva speranza che presto potremo assaggiare gli spaghetti provenienti da Suvignano.
Luca Marchetti