venerdì 8 novembre 2013

#FIUMEINPIENA: STOP BIOCIDIO!


Il comitato #fiumeinpiena è costituito da un gruppo di giovani che solo negli ultimi mesi si son trovati, ma quello a cui hanno deciso di dar voce non è qualcosa di nato all'ultimo momento: ci sono tutti. Dai comitati territoriali alle parrocchie, dalle associazioni ai medici: tutti gli inascoltati degli ultimi vent'anni finalmente tirano un sospiro di sollievo perché hanno trovato lo spazio mediatico – gliel'hanno dovuto concedere le dichiarazioni di un pentito – in cui dire, spiegare, rivendicare. In cui banalmente piangere i propri morti per mano assassina, nonostante un tumore li abbia portati via.

L'idea è partita in maniera spontanea, l'esigenza che hanno voluto esprimere era palese a tutti: riversare nelle strade di Napoli tutte le mobilitazioni e tutte le rivendicazioni che da mesi animano le piazze campane: da due mesi ormai le strade della regione sono attraversate ogni giorno da manifestazioni di protesta. In migliaia sono scesi in piazza, con cortei che hanno contato decine di migliaia di persone in paesini a stento noti alle amministrazioni cittadine.
Dalle prime dichiarazioni di Schiavone alle deposizioni desecretate del 1997, il movimento contro il biocidio cresce in maniera sorprendente, di giorno in giorno. È un movimento ampio, trasversale, che ha al suo interno gruppi attivi da vent'anni sul territorio. È da questo movimento che sarà popolata la piazza del 16 novembre, che sarà la piazza di tutti.
Era quello di cui avevano bisogno e volevano da vent'anni. Tutti sono consapevoli del fatto che il corteo del 16 novembre non guarirà i tumori, non contrasterà quelli che stanno per insorgere, non bonificherà le terre e non risolverà nulla. Ma quella data è un simbolo. È il simbolo del fatto che opporsi ad uno stato di cose ingiusto, aberrante, vale qualcosa. È il simbolo del fatto che quei morti di cui ci schiaffano in faccia le foto ad ogni occasione non sono morti invano. È di questo che abbiamo bisogno.
Quella piazza è il punto d'arrivo di un percorso di anni di studio, mobilitazione, rivendicazione. Di mazzate, anche di arresti, per chi certe cose le dice da prima dei telegiornali. È la dimostrazione 
del fatto che anche se in ritardo, le risposte di massa arrivano. È la dimostrazione del fatto che nessuno ha sprecato il proprio tempo. E le proprie vite. Invece di pensare a salvarsi da solo. È di questo che abbiamo bisogno.
E soprattutto quella piazza è un punto di partenza di un movimento di opposizione forte e consapevole che ha precise in testa non solo parole d'ordine ma pure rivendicazioni, soluzioni, processi. Molto più chiaramente di molte delle istituzioni che non hanno mai prestato alla questione la dovuta attenzione. Molto più di quelle istituzioni che quando non sono state complici, sono state zitte e cieche di fronte al disastro.
Quella piazza è il riscatto, è il megafono per dare voce a chi da mesi fa cortei, presidi, assemblee, e che è a un livello più avanzato dell'opinione pubblica: è il riscatto di chi vuole andare a dire che la propria fine la conosce già, ma che nel frattempo ha disegnato alternative, ha in mente un modello diverso dalla contrapposizione all'attuale piano di gestione dei rifiuti all'opposizione ai trattamenti a caldo, dalla volontà di monitorare le bonifiche a quella di proporre sistemi che vadano dal no food alla fitodepurazione, da una mappatura dei siti contaminati alla tutela di quelli sani.
Quella piazza è il simbolo di un paese reale che si oppone ad uno Stato che per vent'anni ha tenuta segreta una terribile verità, che si è arrogato il diritto di tenerci all'oscuro della nostra condanna a morte. Qualcuno dovrà pagare per quello che è successo. Quella è la piazza di chi ha deciso di restare nonostante tutto e resistere per riscattare il proprio territorio, perchè se andiamo tutti vincono loro: i camorristi, i politici conniventi, i politici camorristi, lo stato silenzioso e assassino, gli imprenditori che si sono arricchiti sulle nostre vite.

Comitato "fiume in piena"

domenica 3 novembre 2013

Addiopizzo - Contro il pizzo a fianco dei cittadini

"Addiopizzo è un'associazione di volontariato nata spontaneamente, dal basso, a Palermo nell'estate del 2004. Lotta contro il racket delle estorsioni mafiose, interpretandolo come immediata manifestazione dell'essenza di Cosa nostra, nonché come tassello di un più esteso sistema di potere mafioso.
Addiopizzo è un'associazione espressamente apartitica, ma politica, perché promuove la partecipazione democratica come modalità migliore per il superamento di tale sistema di potere. A tal fine promuove e sperimenta prassi radicate nella cultura della legalità costituzionale e tese alla somma valorizzazione dei beni comuni.
Uno dei principali strumenti realizzati dall’Associazione è la campagna di consumo critico “Pago chi non Paga”, pratica collettiva che impegna i cittadini-consumatori a compiere i propri acquisti presso le imprese e gli esercizi commerciali che non si piegano ai fenomeni estorsivi e mafiosi.
Oggi gli operatori economici sono oltre 800 e i cittadini che hanno sottoscritto il manifesto più di 10000.
L’Associazione Addiopizzo, insieme a Libero Futuro, in questi anni ha assistito oltre duecento imprenditori che hanno subito intimidazioni e richieste estorsive e che hanno collaborato e denunciato.
Percorrendo le strade della nostra città, passando dalle scuole e dalle aule di tribunale, praticando il consumo critico e vigilando sempre sull’operato dei pubblici poteri e della classe dirigente, si fa sempre più forte in noi la consapevolezza che il cammino da fare è ancora lungo e arduo. Tuttavia è altrettanto forte la convinzione che la sconfitta del sistema di potere mafioso è possibile. Dipende dalla volontà di tutti e di ciascuno.
Se mai verrà il giorno in cui potremo dimostrare a noi stessi il fatto di esserci definitivamente lasciati alle spalle questa triste, dolorosa e umiliante realtà, allora sapremo che ognuno di noi è stato parte attiva di una vera e propria Liberazione, e che quindi potremo finalmente diventare ciò che potenzialmente già siamo: un popolo onesto, laborioso e creativo."