martedì 10 dicembre 2013

La Carta di Pisa: prima esperienza italiana di Codice Etico per amministratori locali


Il 27 febbraio 2012 è stata presentata alla sala stampa della Camera dei deputati la “Carta di Pisa”: codice di comportamento predisposto dall’associazione Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie e rivolto ad amministratori pubblici politicamente eletti e nominati. Strumento giuridico di soft law fondato sul principio di autoregolamentazione - per il quale coloro che stabiliscono le regole sono anche i soggetti tenuti a rispettarle - il codice etico è pensato come una strategia di prevenzione della corruzione basata su un approccio bottom-up, proveniente cioè dal basso.
Va precisato che l’intento di Avviso Pubblico è stato quello di dar vita ad un modello di codice di comportamento che le singole amministrazioni sono libere di modificare ed integrare al fine di renderlo il più adatto possibile alle particolari esigenze di ognuna di esse.
Il primo Ente a sottoscrivere la Carta è stato, simbolicamente, la Provincia di Pisa: a distanza di quasi due anni dall’introduzione del Codice sono 24 gli Enti territoriali locali che lo hanno adottato tra i quali figurano 22 Comuni e 2 Province. Il fatto che - in diversi casi di adozione - il Codice non sia stato automaticamente recepito denota l’interesse rivolto a tale strumento che è stato infatti oggetto di attenzione in tutte le sue parti, preso quindi “sul serio” dai singoli Enti e non come una serie di previsioni semplicemente da “copiare e incollare”. Molti si sono preoccupati degli effetti delle disposizioni enunciate e si sono attivati per emendarle, ostacolando - non di rado - l’adozione della Carta da parte di Giunte e Consigli di varie amministrazioni. Il Codice prevede anche la possibilità di sottoscrizione volontaria da parte del singolo amministratore, come una sorta di sfida lanciata ai restanti rappresentanti politici a fare altrettanto e ad assumere la medesima responsabilità a fronte di un rinnovamento in senso etico dell’organo politico dell’amministrazione.
Venendo ai contenuti, la Carta è costituita da regole di condotta che agiscono su quelle situazioni “propedeutiche” alla corruzione, che mirano cioè a far sì che i rappresentanti politici siano al di sopra di ogni sospetto evitando di compiere quelle azioni che potrebbero generare anche la mera apparenza di scorrettezza (o d’illecito vero e proprio). In questo senso, un esempio rappresentativo è costituito dalla norma della Carta che vieta di accettare regali - per un valore superiore a 100 euro annui - provenienti da quelle fonti interne ed esterne alla pubblica amministrazione i cui interessi potrebbero essere influenzati dalla decisione pubblica all’adozione della quale il rappresentante politico destinatario del dono partecipa. Sono inoltre previsti degli obblighi di astensione per i quali, a fronte del palesarsi di situazioni di conflitto d’interesse, l’amministratore è tenuto ad astenersi dal procedimento decisionale che potrebbe influenzare i suoi interessi personali, quelli del coniuge e di soggetti con i quali egli ha un rapporto di parentela entro il quarto grado. C’è poi una sezione del Codice che disciplina i rapporti tra l’amministratore e l’autorità giudiziaria verso la quale egli è chiamato a prestare la massima collaborazione fornendo tutte le informazioni richieste al fine di favorire un eventuale svolgimento d’indagini. In questo quadro s’inserisce una delle disposizioni più significative enunciate dalla Carta: in caso di rinvio a giudizio per reati di corruzione, concussione, associazione di stampo mafioso, peculato, riciclaggio, traffico illecito di rifiuti e tutte le altre fattispecie citate all’articolo 1 del codice di autoregolamentazione approvato nel 2010 dalla Commissione parlamentare antimafia, l’amministratore deve dimettersi o a rimettere il mandato nelle mani dell’organo politico dell’ente che - in virtù degli impegni presi sottoscrivendo il Codice – è tenuto a revocare l’incarico del rappresentante politico inquisito.


Giacomo Poeta 

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